Coazzolo - La Chiesa di Tremlett

La forza viva dei colori

«Le forme e i colori hanno una forza inaudita, possono sorreggere un soffitto, aprire una parete, innalzare un'arcata».

È lo stesso David Tremlett, artista britannico tra i massimi esponenti dell’arte murale, a definire il significato del suo intervento artistico sulla Chiesa della Beata Vergine Maria del Carmine di Coazzolo. Forme e colori sono forze della natura: concrete come la terra che abbiamo sotto i piedi, vive come i vigneti che corrono sui filari. Forze trasformatrici, simili al paziente lavoro contadino che armonizza i tempi dell'uomo a quelli del cosmo, in un equilibrio fragile e spesso turbolento (eppure possibile) che su queste colline è diventato Patrimonio Mondiale dell’Umanità.

Ma cos’è, esattamente, l’opera di Tremlett? Recupero artistico, wall drawing, land art? Espressione del pittore o tributo al paesaggio di Coazzolo? La risposta è nel mezzo.

Nel lavoro dell'artista britannico dimensione privata e collettiva si fondono in un processo creativo che abbraccia il tempo e lo spazio. Il tempo del lavoro, innanzitutto, che per due anni ha impegnato Tremlett e Silvano Stella, il committente privato dell’opera, nella ricerca del luogo adatto, nella formulazione delle bozze, nella scelta dei colori. Lo spazio del paesaggio, poi. Ma anche quello della comunità di Coazzolo che ha accolto l’artista, lo ha ospitato, ha collaborato fattivamente alla trasformazione della Chiesetta in opera d’arte, materializzando quella che Silvano Stella ha definito: «l’infinita dialettica tra uomo e paesaggio, tra noi che abitiamo i luoghi e li trasformiamo, talvolta smarrendo la sensibilità estetica che i nostri predecessori sembravano possedere naturalmente».

L'intervento sulla Chiesetta di Coazzolo, terminato nel 2017, si inserisce in una collaborazione ventennale tra Tremlett e le Langhe. Nel 1999 l'artista ridipinge, con Sol Lewitt, la Cappella del Brunate, immersa tra i vigneti di La Morra. Se a La Morra, però, le tinte scelte sono brillanti e lisergiche, come a volersi distinguere dall’ordine perfetto dei filari, a Coazzolo la scelta cromatica è empatica. Giallo, ocra, arancione, grigio, terre di Siena e verde: i colori ricalcano le sfumature delle colline nel susseguirsi delle stagioni in una perfetta corrispondenza tra natura e artificio, tra fantasia e spontaneità, tra nuance “interiori” ed evidenze esteriori.

Altri lavori di David Tremlett sono oggi visibili negli interni della cappella secentesca del Relais San Maurizio, a Santo Stefano Belbo, e nell’ex oratorio di San Michele, situato nel centro storico di Serravalle Langhe.

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