Benvenuti a Coazzolo, paesaggio d’arte e arte del paesaggio

Benvenuti sulle colline che l’Unesco, nel 2014, ha riconosciuto Patrimonio Mondiale dell’Umanità!

Coazzolo è un luogo privilegiato da cui godere della bellezza del paesaggio circostante. Ci troviamo nella perfetta «Terra di Mezzo», un piccolo centro a metà strada tra le Langhe e il Monferrato, tra Bassa e Alta Langa. Poco più a Nord del paese sorgono i primi rilievi del Monferrato, le colline dell'Astigiano, famose per la produzione di Barbera. A ovest, si stendono le colline del Barbaresco, su cui svettano gli eleganti palazzi barocchi di Neive. Alle spalle di Coazzolo, procedendo a meridione, si innalzano le dorsali dell'Alta Langa, terra di pascoli e noccioleti, boschi e campi di grano: qui la presenza dell'uomo si fa più rada e lascia spazio alla natura incontaminata che, metro dopo metro, raggiunge le foreste vergini e silenti dell'Appennino Ligure. Un ultimo cenno meritano i colli che si allungano a Oriente, ripidissimi e scoscesi, intensamente vitati, caratterizzati da suoli bianchi come calcina: sono le Colline del Moscato, che procedono in direzione di Santo Stefano Belbo e disegnano alcuni dei paesaggi più aspri e magnetici delle Langhe, scanditi da chilometri di terrazzamenti costruiti da secoli di operosità umana con la preziosa Pietra di Langa.

La posizione "mezzana" di Coazzolo fu certamente all'origine della nascita dei primi insediamenti e, in seguito, dell'incastellamento. È nel 1196 che Oberto di Covazolio, per la prima volta, cita il paese. Un insediamento minimo se si vuole dar fede al toponimo, Covazolium, che deriva dal covum, cioè «cavità», con l'aggiunta del diminutivo -eolum, ovvero «piccolo luogo scavato».  Minimo il paese, massima la sua importanza, perché la costruzione del Castello, presumibilmente attorno al IX secolo, fu strategica per il controllo della Valle Tinella, passaggio dell'antica via romana che collegava Alba e Asti, i principali centri della zona.

Coazzolo fu sempre, saldamente, nelle mani di Asti, baluardo monferrino in un territorio sotto la forte influenza di Alba. Al termine delle lotte comunali, il Castello passerà nelle mani dei Cacherano, nobile famiglia astigiana che, sostanzialmente, eserciterà i propri diritti feudali fino all'avvento dei Savoia, nel XVI secolo.

Il paese odierno nacque dall'unione di più borgate, di cui la principale, nel corso dei secoli, si identificò con la Rocca, il luogo dove oggi sorgono il Castello, rimaneggiato nel XVIII secolo, e la Parrocchiale di San Siro, realizzata verso la fine del '600.

Che la posizione di Coazzolo giocasse un ruolo importante anche per la comunità, lo si evince dai cadastri medioevali, che descrivono i possedimenti comunali divisi in tre zone: una boschiva, individuata nella contrada della Rocca; la seconda a pascolo, in regione Prato Rotondo, a valle; la terza, più importante per estensione, comprendeva le cime dei colli in direzione di Mango: era la «Vinaia» o «Vignatiis», oltre 18 giornate piemontesi dedicate all'attività più redditizia della zona, la viticoltura.

Vigne, boschi e pascoli. Il Castello e la Parrocchiale. Le strade sinuose e panoramiche che, biforcandosi, connettono i principali distretti viticoli del territorio: ancora oggi, il paesaggio di Coazzolo rappresenta la sua fortuna più grande. Una ricchezza di sguardi che il Comune e i suoi abitanti hanno scelto consapevolmente di trasformare in arte attraverso interventi di valorizzazione del paesaggio che rappresentano un luminoso esempio di dialogo tra la creatività dell'uomo e il genio originale della natura.